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lunedì 30 settembre 2013

Insegnamento estivo n. 2

Ci sono persone che quotidianamente, senza saperlo, compiono miracoli per altre persone.

Ma questi miracoli non sono impressionanti sconvolgimenti nell'ordine naturale delle cose. Possono essere piuttosto paragonati a gesti molto semplici, come riportare nel tempo un orologio che si credeva destinato da sempre e per sempre all'immobilità. Oppure come spalancare le finestre di una camera in cui non ci si è mai avventurati, per darle luce e aria buona e poter così capire meglio le meraviglie o gli orrori che contiene.

Le nostre anime sono un po' come grandi case con un numero elevatissimo di camere ma la quotidianità, in cui spesso restiamo ingabbiati, ci fa dimenticare dell'esistenza di molte di esse obbligandoci a frequentare sempre le stesse.

A volte, però, in primavera arriva un ospite inatteso che, con la sola sua presenza, il suo sorriso e poche parole, ti porta dove non sei mai stato e ti fa vedere e sentire ciò che non hai mai visto né sentito.

domenica 15 settembre 2013

Insegnamento estivo n. 1

Quello che vogliamo e abbiamo sempre voluto dalle persone che ci stanno accanto è che ci ascoltino senza giudicare e che, partendo da ciò che davvero siamo, ci aiutino a diventare ciò che davvero vorremmo essere, invece di seppellire sorridendo i nostri volti sotto maschere che non vogliamo portare.

Persone così, che sono il tesoro più prezioso che la vita può donarci proprio perché fanno risplendere la nostra esistenza, spesso si incontrano dove e quando meno ce lo aspettiamo.

E anche questo è il segno che il caso non esiste e che tutto rientra in un ordine superiore che le nostre menti, semplicemente perché troppo piccole, non riescono a comprendere fino in fondo.

lunedì 10 giugno 2013

Felicità

SIGNORA O'BRIEN – L'unico modo per essere felici è amare: se non ami, la tua vita passerà in un lampo.
Fai del bene.
Meravigliati.
Spera.

Terrence Malick, THE TREE OF LIFE, 2011

domenica 9 giugno 2013

Convenzioni

ROBERT FROBISHER – Sixsmith, salgo i gradini dello Scott Monument ogni mattina, e tutto diventa chiaro. Vorrei poterti fare vedere tutta questa luminosità. Non preoccuparti, va tutto bene, va tutto così perfettamente maledettamente bene. Capisco ora che i confini tra rumore e suono sono convenzioni. Tutti i confini sono convenzioni, in attesa di essere superate; si può superare qualunque convenzione, solo se prima si può concepire di poterlo fare. In momenti come questi, sento chiaramente battere il tuo cuore come sento il mio, e so che la separazione è un'illusione. La mia vita si estende ben oltre i limiti di me stesso.

Lana Wachowski, Andy Wachowski, Tom Tykwer, CLOUD ATLAS, 2012

martedì 9 novembre 2010

Vieni via con me

Questa notte ho possenti ali di fuoco per attraversare l'oscurità che mi circonda. Echi di parole che scavano e modellano il Senso come precisi colpi di uno scalpello d'acciaio. Forza e Bellezza, ancora.


E il nugolo di scintille che, vorticando nell'aria, incendia tutta la vecchia carta da zucchero un po' sbiadita che avviluppa, da svegli, il nostro tempo e i nostri sogni.


L'umidità delle lacrime trattenute a stento si è asciugata e lascia una strana sensazione di pesantezza sulle palpebre. Ma il cuore trema ancora.


Perché non può essere sempre così?


«Vieni via con me». Avrei dovuto dirtelo a suo tempo, ma non l'ho fatto. Così sono rimasto, accarezzato dal dolce tepore di questa malinconia, aspettando che imprevedibili correnti marine facciano riaffiorare sull'oceano della memoria il tuo volto d'inconsumabile luce. E quando questo avviene, l'incantesimo si ripete, sempre con immutata intensità.


Sì, rimango un altro po'.

lunedì 6 settembre 2010

Chorus Mysticus

Gustav Mahler, Sinfonia n. 8 in Mi bemolle maggiore, terza e quarta battuta del Finale (Chorus Mysticus). Il passaggio da un accordo di settima di Do maggiore a un Fa bemolle maggiore in secondo rivolto con un ritardo non preparato di 4ª-3ª sulla parola "Gleichnis", oltre a rappresentare efficacemente il senso del testo, segna anche la fine di un'epoca, di un crepuscolo.


Quanto scritto in seguito sarebbe stato il riverbero o il ricordo di quel grandioso crepuscolo, oppure l'esplorazione e la rappresentazione di tutte le pieghe e le sfumature della lunga notte in cui si era entrati.




E oggi? Oggi, a che punto è questa notte?




Al termine della prima esecuzione di questa Sinfonia (il 12 settembre 1910, giusto un secolo fa) seguirono venti minuti di applausi.


Ebbrezza, ieri come oggi come sempre.



Alles Vergängliche
Ist nur ein Gleichnis;
Das Unzulängliche,
Hier wird's Ereignis;
Das Unbeschreibliche,
Hier ist's getan;
Das Ewig-Weibliche
Zieht uns hinan.

(J. W. von Goethe, Faust. Seconda parte)


mercoledì 16 dicembre 2009

Labirinti perfetti

La pura luce e la pura oscurità possono diventare labirinti perfetti, spazi metafisici dove ci si può perdere definitivamente, senza un'adeguata preparazione spirituale.


In questi non-luoghi moto e immobilità sono equivalenti: con un solo atto di pensiero, spogliandosi dell'io, i maestri riescono a comprendere, a far propria quest'insondabile infinità, mentre chi non pratica un severo temperamento delle passioni rischia di cadere vittima dello sconforto e della negazione. Su questo piano sovrarazionale si realizza quella che Cusano chiamò coincidentia oppositorum.


Gli unici mezzi in nostro possesso per affrontare questa prova sono il distacco e la contemplazione.

lunedì 22 giugno 2009

Tradizione

La tradizione non è il culto delle ceneri ma la trasmissione del fuoco.

Gustav Mahler

martedì 28 aprile 2009

Diritto

In Giappone, dove una lite in giudizio è un disdoro, come nella Cina tradizionale, trascurabile è il numero e il prestigio dei patrocinanti legali. Per ogni civilista giapponese, ce ne sono cento in Inghilterra! La prosperità sociale è ancora oggi in parte dovuta alla scarsità del lavoro giudiziario (cfr. Land without Lawyers, su «Time», 1° agosto 1983). Il primo esotista americano in Giappone, Lafcadio Hearn ammirava questa assenza di contese giudiziarie, uno degli elementi della quiete trasognata che l'aveva affascinato fino a fargli cambiare nazionalità, ma nel postumo Japan: An Attempt at Interpretation (1904) la riconduceva ad una terribile millenaria oppressione che aveva sradicato l'individualità dei Giapponesi. Né la narrativa locale né la storia civile del paese testimoniano però di scarsa individualità in Giappone e sicuramente l'assenza di spirito causidico è semplicemente dovuta alla preminenza della ratio legis sugli altri principi ermeneutici, che a sua volta è un prodotto del sincretismo interessato ai significati e non alle modalità espositive. Come esempio di eccelsa giurisprudenza la tradizione cinese porta un responso attribuito a Confucio. Tizio mutua una somma a Caio. Alla scadenza Tizio deve rivendicarla in giudizio. Caio dichiara che alienando tutto, anche la moglie e i figli, non riuscirebbe a pagare più dei due terzi del dovuto. Il giudice accerta che dice la verità e gli comanda di pagare un terzo del debito. Con la motivazione seguente: fu imprudente Tizio nel concedere il mutuo da un verso e dall'altro, condannando Caio a versare i due terzi, lo si getterebbe allo sbaraglio, potrebbe anche diventare un bandito e vendicarsi di Tizio, mentre se liquida un terzo del dovuto, può continuare a vivere, ma lavorando accanitamente e senza trovare più nessuno che gli impresti denaro; Tizio è d'altronde ricco e può reggere alla perdita. La pace, fine e significato d'ogni norma è così stabilita (A. Lavagna, Il nuovo codice penale della Repubblica della Cina, su «Asiatica», Roma, III, 1936, pp. 118-133).


Elémire Zolla, VERITÀ SEGRETE ESPOSTE IN EVIDENZA,
Venezia, Marsilio, 1996, p. 12, nota 6.

giovedì 19 febbraio 2009

Pensiero simmetrico

Una rilettura in chiave taoista di uno dei più abusati luoghi comuni. Chissà perché riesce così facile accettare la prima affermazione mentre non succede altrettanto con la seconda. Quando abbiamo perso l'equilibrio?


Non tutto il male vien per nuocere.


Non tutto il bene vien per giovare.

venerdì 30 gennaio 2009

Luce e ombra

Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera.

Johann Wolfgang von Goethe, GÖTZ VON BERLICHINGEN, Atto I, 1773

lunedì 24 novembre 2008

Vuoto di contenuti?

Questa notte, sbocconcellando un po' di radio, ho sentito un presentatore sostenere che «viviamo in un mondo povero di contenuti».


Mah... Io non ne sono affatto convinto. Anzi trovo che mai come oggi siamo letteralmente sommersi di contenuti. Credo piuttosto che il problema sia interiore. Il cosmo è una straordinaria cassa di risonanza dei moti del nostro spirito. Se questo è coltivato con cura e quindi ricco e lussureggiante come un giardino, anche il mondo esteriore si gonfierà di contenuti tanto da lasciarci senza fiato. Ma ovviamente bisogna acquisire la consapevolezza di avere un mondo interiore da curare e a cui dedicare tempo.


Consapevolezza e stupore.

mercoledì 12 novembre 2008

In exequiis

Non sono un grande esperto di ornitologia.


Non saprei dirvi, dunque, a quale specie appartenesse quel corpicino arruffato trovato stecchito zampette all'aria sul lastrico solare dietro casa. Probabilmente doveva trattarsi di un comunissimo passero.


Il primo consiglio ricevuto, pragmatico, è stato: «Non stare a sporcarti le scarpe: prendilo e buttalo giù nell'orto!» Ottima idea, peccato che io non brilli per concretezza. E comunque non riesco a considerare alla stregua di spazzatura quello che fino a qualche ora prima era un essere vivente come me.


Così, senza fare commenti o obiezioni (peraltro inutili) e dopo essermi cambiato le scarpe, ho caricato la piccola salma su una di quelle vecchie palette che un tempo si utilizzavano per gettare il carbone nella stufa e sono sceso nell'orto.


Qui ho trovato un ospite inatteso: un gatto tutto nero che stava banchettando con gli avanzi di cucina che la mia "nobilgatta" disdegna. Questo nel vedermi, invece di fuggire a zampe levate come avviene di solito, ha raggiunto con due salti l'angolo dell'orto più lontano, si è acquattato dietro un vaso e da quel riparo ha iniziato a scrutare le mie mosse pronto a un'eventuale fuga definitiva.


Ma io ho continuato come se nulla fosse: ho preso la zappa e ho scavato un buco di una ventina di centimetri per essere sicuro che nessuno, attirato da qualche odore, si metta a scavare. Ho deposto il corpicino, ricoperto e compattato. Mentre compievo meccanicamente queste operazioni pensavo ai processi di disfacimento a cui sarebbe stato sottoposto quell'uccellino nel ventre oscuro della terra. La vita non è tolta, ma trasformata. Continuamente, fino alla fine del Tempo. Mentre ripulivo gli attrezzi dal fango, ha cominciato a piovigginare. Una pioggerellina appena appena percettibile e per nulla fastidiosa.


Rientrando ho rivisto la scena: un becchino improvvisato che seppellisce nell'orto un ignoto pennuto sotto lo sguardo occulto di un gatto nero e di un cielo chiuso. Materiale prezioso per il mio nido.

domenica 3 agosto 2008

Rivoluzioni

[...]


JUAN MIRANDA - Rivoluzione? Rivoluzione?? Per favore non parlarmi tu di rivoluzioni! Io so benissimo cosa sono e come cominciano: c'è qualcuno che sa leggere i libri che va da quelli che non sanno leggere i libri, che poi sono i poveracci, e gli dice: «Oh, oh, è venuto il momento di cambiare tutto!»


SEAN MALLORY - Shh...


JUAN MIRANDA - Shh, shh, shh, shh, shh, schi-schifo!! Io so quello che dico, ci sono cresciuto in mezzo, alle rivoluzioni. Quelli che leggono i libri vanno da quelli che non leggono i libri, i poveracci, e gli dicono: «Qui ci vuole un cambiamento». E la povera gente fa il cambiamento. E poi i più furbi di quelli che leggono i libri si siedono intorno a un tavolo e parlano, parlano... e mangiano: parlano e mangiano! E intanto che fine ha fatto la povera gente? Tutti morti! Ecco la tua rivoluzione. (Pausa. Poi, sottovoce) Shh... Per favore, non parlarmi più di rivoluzioni. (Pausa. Si stende. Poi si rialza di scatto, urlando) E porca troia, lo sai che succede dopo? Niente! Tutto torna come prima! (Si stende di nuovo).


[...]

Sergio Leone, GIÙ LA TESTA, 1971

Ovviamente, come per tutte le cose, non si può generalizzare, ma vale comunque la pena di rifletterci sopra un attimo.





Aria di Rivoluzione

Quell'autista in Abissinia
guidava il camion fino a tardi.
E poi a notte fonda
si riunivano.
A quel tempo in Europa c'era un'altra guerra
e per canzoni solo sirene d'allarme.

Passa il tempo,
sembra che non cambi niente.
Questa mia generazione
vuole nuovi valori.
E ho già sentito
aria di rivoluzione,
ho già sentito gridare
chi andrà alla fucilazione.
Franco Battiato, SULLE CORDE DI ARIES, Bla Bla, 1973

lunedì 21 gennaio 2008

Conversazione interiore

L'uomo sciocco è così fatto che, a forza di sentirsi dare dello sciocco, finisce col crederlo e, a forza di dirselo da sé, anche. L'uomo, infatti, intrattiene con sé stesso una conversazione interiore, che è molto importante regolar bene: «Corrumpunt mores bonos colloquia mala» (1 Cor, 15, 33).

Blaise Pascal, PENSIERI, 157