Gustav Mahler, Sinfonia n. 8 in Mi bemolle maggiore, terza e quarta battuta del Finale (Chorus Mysticus). Il passaggio da un accordo di settima di Do maggiore a un Fa bemolle maggiore in secondo rivolto con un ritardo non preparato di 4ª-3ª sulla parola "Gleichnis", oltre a rappresentare efficacemente il senso del testo, segna anche la fine di un'epoca, di un crepuscolo.
Quanto scritto in seguito sarebbe stato il riverbero o il ricordo di quel grandioso crepuscolo, oppure l'esplorazione e la rappresentazione di tutte le pieghe e le sfumature della lunga notte in cui si era entrati.
E oggi? Oggi, a che punto è questa notte?
Al termine della prima esecuzione di questa Sinfonia (il 12 settembre 1910, giusto un secolo fa) seguirono venti minuti di applausi.
Ebbrezza, ieri come oggi come sempre.
Ist nur ein Gleichnis;
Das Unzulängliche,
Hier wird's Ereignis;
Das Unbeschreibliche,
Hier ist's getan;
Das Ewig-Weibliche
Zieht uns hinan.
(J. W. von Goethe, Faust. Seconda parte)
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