lunedì 31 marzo 2008

Da "Les Choristes"...

I prossimi brani che voglio preparare con il mio coro!


  • Caresse sur l'océan


  • Cerf-volant

domenica 23 marzo 2008

Il cieco veggente

[...]


SIRIO - La figura che vedi di fronte a noi è un'illusione creata da qualcuno che si trova molto lontano da qui. Non so dove.


PEGASUS - Possibile?


SIRIO - (ha una visione) Pegasus! Vedo chiaramente l'uscita della terza casa!


PEGASUS - Ah sì? E dove?


SIRIO - Fidati di me una volta e seguimi!


PEGASUS - (allarmato) Ma come? Dove andiamo?


SIRIO - Lasciati guidare! Taci! Non fare domande!


PEGASUS - Che cosa vuoi fare? Davanti a noi c'è Gemini e intorno solidissime mura che tutto sembrano tranne che fatte di cartone!


SIRIO - La terza casa è soltanto un'illusione...


PEGASUS - Un'illusione? La terza casa un'illusione?


SIRIO - (trascinando avanti Pegasus) Esatto!


PEGASUS - Non sai quel che dici! Lasciami, ora!


SIRIO - No: adesso tu verrai con me, Pegasus. L'uscita è qui davanti a noi. Preparati! (Si lancia verso Gemini, urlando e trascinando con sé Pegasus) Ah!


PEGASUS - (terrorizzato) No! Sirio! No!! (I due attraversano il muro e si ritrovano immersi in una luce abbagliante). Dove siamo? (La luce diminuisce e Pegasus realizza di essere fuori dalla terza casa) Eh?? Ma... Abbiamo passato la casa di Gemini! Incredibile!


SIRIO - Le illusioni create da Gemini non avevano effetto su di me. Sei stato tratto in inganno solo perché tu puoi vedere.


PEGASUS - Avevi ragione: era solo un'illusione. Non l'avrei mai creduto!


SIRIO - Non era il cavaliere d'oro di Gemini quello che si è parato di fronte a noi: era il suo fantasma, (pausa) proiettato da qualcuno al solo scopo di ingannarci.


PEGASUS - Capisco: dovunque si trovi l'artefice di questa illusione, speriamo di non incontrarlo più.


[...]


Masami Kurumada, I CAVALIERI DELLO ZODIACO,
Ep. 45, "L'altra dimensione", 1987

sabato 22 marzo 2008

Mesopotamia

Lo sai che più si invecchia
più affiorano ricordi lontanissimi
come se fosse ieri
mi vedo a volte in braccio a mia madre
e sento ancora i teneri commenti di mio padre
i pranzi, le domeniche dai nonni
le voglie e le esplosioni irrazionali
i primi passi, gioie e dispiaceri.
La prima goccia bianca che spavento
e che piacere strano
e un innamoramento senza senso
per legge naturale a quell'età
i primi accordi su di un organo da chiesa in sacrestia
ed un dogmatico rispetto
verso le istituzioni.
Che cosa resterà di me? Del transito terrestre?
Di tutte le impressioni che ho avuto in questa vita?
Mi piacciono le scelte radicali
la morte consapevole che si autoimpose Socrate
e la scomparsa misteriosa e unica di Majorana
la vita cinica ed interessante di Landolfi
opposto ma vicino a un monaco birmano
o la misantropia celeste in Benedetti Michelangeli.
Anch'io a guardarmi bene vivo da millenni
e vengo dritto dalla civiltà più alta dei Sumeri
dall'arte cuneiforme degli Scribi
e dormo spesso dentro un sacco a pelo
perché non voglio perdere i contatti con la terra.
La valle tra i due fiumi della Mesopotamia
che vide alle sue rive Isacco di Ninive.
Che cosa resterà di noi? Del transito terrestre?
Di tutte le impressioni che abbiamo in questa vita?
Franco Battiato, GIUBBE ROSSE, EMI Records, 1989

venerdì 21 marzo 2008

Shakespeare/Venere e Adone

Questa sera spettacolo teatrale all'Alfieri di Asti. Una sublime rilettura del poemetto erotico di Shakespeare "Venere e Adone", intrigante e sovversiva come può essere la nostra visione in un labirinto di specchi.


Due soli personaggi in scena: un efebico Adone con l'eleganza e lo smarrimento di una farfalla-origami nelle mani di una Venere baccante più che dea olimpica, interpretata da Valter Malosti.


Venere si presenta come il buco nero gorgogliante della Materia informe che divora e rimescola tutto ciò con cui viene a contatto (persino la voce di Adone che diventa rigurgito ebete nella sua bocca), l'anima sensuale che si prostituisce con l'Apparente. Adone invece è il Cacciatore, lo Spirito che cerca disperatamente di liberarsi dai vincoli della Materia e del cieco Desiderio (ancora le sue trappole...).


Uno spettacolo totale che coinvolge i sensi, la mente e il cuore.


Musiche da John Blow ad Aphex Twin.


Ulteriori informazioni qui.


martedì 18 marzo 2008

Et obtenebratur intellectus animae...

DIO È LA TENEBRA CHE RIMANE
NELL'ANIMA DOPO OGNI LUCE

Le idee delle cose presenti nell'anima, che rivelano ciò che in essa è contenuto e per le quali Dio è in qualche modo tutte le cose, è lui che le illumina nell'anima. Ma è dopo aver deposto tutte queste forme che l'anima contempla la divinità. Negando e rimuovendo da se stessa tutte le idee delle cose, si volge sopra di sé e vuole conoscere la causa prima.
E l'intelletto nell'anima si ottenebra, poiché non riesce a sostenere quella luce increata. E così, quando si volge a se stesso, dice: Ecco io sono nelle tenebre.


IL LIBRO DEI VENTIQUATTRO FILOSOFI, Milano, Adelphi, 1999

sabato 8 marzo 2008

L'ossessione della Verità

Gli disse allora Pilato: «Dunque sei tu re?».


Rispose Gesù: «Tu dici che io sono re. Io sono nato per questo e per questo sono venuto al mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».


Gli dice Pilato: «Che cosa è la verità?».


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(Cambio di scena improvviso. Domanda senza risposta (?))


Quaestio speculum humanitatis.

venerdì 7 marzo 2008

Verità

Sei sicuro di avere ragione?
Sei veramente sicuro?
Aver "ragione" chiude le porte
alle "ragioni" degli altri.
Chi pensa che hai torto,
così come tu pensi che gli altri hanno torto,
ha torto.
Non esiste una sola ragione.
Esistono tante ragioni
tante quante sono le persone,
e lo stesso vale per i torti.
Tieni aperte le porte della tua mente
in modo che le ragioni e i torti e le cose che stanno tra di loro
possano passarvi attraverso liberamente.
Tra tutti questi relitti galleggianti,
fatti di conoscenze e credenze,
può trovarsi una gemma preziosa
che sta al di là di ogni ragione e di ogni torto,
il centro della verità cosmica.
Blawyn & Jones, I CHAKRA DEL BENESSERE, Gruppo Futura, 1997

mercoledì 5 marzo 2008