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Non sono un grande esperto di ornitologia.
Non saprei dirvi, dunque, a quale specie appartenesse quel corpicino arruffato trovato stecchito zampette all'aria sul lastrico solare dietro casa. Probabilmente doveva trattarsi di un comunissimo passero.
Il primo consiglio ricevuto, pragmatico, è stato: «Non stare a sporcarti le scarpe: prendilo e buttalo giù nell'orto!» Ottima idea, peccato che io non brilli per concretezza. E comunque non riesco a considerare alla stregua di spazzatura quello che fino a qualche ora prima era un essere vivente come me.
Così, senza fare commenti o obiezioni (peraltro inutili) e dopo essermi cambiato le scarpe, ho caricato la piccola salma su una di quelle vecchie palette che un tempo si utilizzavano per gettare il carbone nella stufa e sono sceso nell'orto.
Qui ho trovato un ospite inatteso: un gatto tutto nero che stava banchettando con gli avanzi di cucina che la mia "nobilgatta" disdegna. Questo nel vedermi, invece di fuggire a zampe levate come avviene di solito, ha raggiunto con due salti l'angolo dell'orto più lontano, si è acquattato dietro un vaso e da quel riparo ha iniziato a scrutare le mie mosse pronto a un'eventuale fuga definitiva.
Ma io ho continuato come se nulla fosse: ho preso la zappa e ho scavato un buco di una ventina di centimetri per essere sicuro che nessuno, attirato da qualche odore, si metta a scavare. Ho deposto il corpicino, ricoperto e compattato. Mentre compievo meccanicamente queste operazioni pensavo ai processi di disfacimento a cui sarebbe stato sottoposto quell'uccellino nel ventre oscuro della terra. La vita non è tolta, ma trasformata. Continuamente, fino alla fine del Tempo. Mentre ripulivo gli attrezzi dal fango, ha cominciato a piovigginare. Una pioggerellina appena appena percettibile e per nulla fastidiosa.
Rientrando ho rivisto la scena: un becchino improvvisato che seppellisce nell'orto un ignoto pennuto sotto lo sguardo occulto di un gatto nero e di un cielo chiuso. Materiale prezioso per il mio nido.
Di questi documenti si può vedere la scansione degli originali realizzata da me su Scribd.com.
Si è concluso questo pomeriggio il I° Concorso Corale Nazionale "Lago Maggiore" a Stresa. Abbiamo ottenuto il 2° posto nella Categoria A: Polifonia, con i brani: Peccantem me quotidie di Cristobal de Morales, Ave Regina di Josef Gabriel Rheinberger, Bone Pastor di Bruno Bettinelli, O quam suavis e Kyrie sempre di Bruno Bettinelli; e il 2° posto nella Categoria B: Musica Corale di Ispirazione Popolare, con i brani: La pastora fedele nell'arrangiamento di Leone Sinigaglia, Csàrdàs (canzone popolare ceca) nell'armonizzazione di S. Korn e Jolicoeur nell'armonizzazione di Gabriele Rocca (membro del nostro coro).
Oggi pomeriggio poi ho potuto ascoltare il CD con i brani eseguiti ieri da noi durante la prova di Polifonia: è stata davvero una grandissima emozione! Vibrazioni molto positive!
Categoria A: Polifonia
I° POSTO | - Coro da Camera di Varese - Coro Sette Torri - Settimo Torinese (TO) |
II° POSTO | - Accademia Corale "Guido d'Arezzo" - Torino - Coro Polifonico Calycanthus - Petrengo (BG) |
III° POSTO | Non assegnato |
Categoria B: Musica corale di ispirazione popolare
Voci maschili
I° POSTO | Non assegnato |
II° POSTO | Non assegnato |
III° POSTO | Coro Desdacia Tellini - Sondrio |
Voci miste
I° POSTO | Non assegnato |
II° POSTO | Accademia Corale "Guido d'Arezzo" - Torino |
III° POSTO | Non assegnato |