lunedì 27 ottobre 2008

Risultati Concorso Stresa

Si è concluso questo pomeriggio il I° Concorso Corale Nazionale "Lago Maggiore" a Stresa. Abbiamo ottenuto il 2° posto nella Categoria A: Polifonia, con i brani: Peccantem me quotidie di Cristobal de Morales, Ave Regina di Josef Gabriel Rheinberger, Bone Pastor di Bruno Bettinelli, O quam suavis e Kyrie sempre di Bruno Bettinelli; e il 2° posto nella Categoria B: Musica Corale di Ispirazione Popolare, con i brani: La pastora fedele nell'arrangiamento di Leone Sinigaglia, Csàrdàs (canzone popolare ceca) nell'armonizzazione di S. Korn e Jolicoeur nell'armonizzazione di Gabriele Rocca (membro del nostro coro).


Oggi pomeriggio poi ho potuto ascoltare il CD con i brani eseguiti ieri da noi durante la prova di Polifonia: è stata davvero una grandissima emozione! Vibrazioni molto positive!


Classifiche complete


Categoria A: Polifonia
















I° POSTO- Coro da Camera di Varese
- Coro Sette Torri - Settimo Torinese (TO)
II° POSTO- Accademia Corale "Guido d'Arezzo" - Torino
- Coro Polifonico Calycanthus - Petrengo (BG)
III° POSTONon assegnato

Categoria B: Musica corale di ispirazione popolare


Voci maschili

















I° POSTONon assegnato
II° POSTONon assegnato
III° POSTOCoro Desdacia Tellini - Sondrio

Voci miste

















I° POSTONon assegnato
II° POSTOAccademia Corale "Guido d'Arezzo" - Torino
III° POSTONon assegnato

sabato 25 ottobre 2008

Il ministro della Paura

Un nuovo personaggio surreale, inquietante e geniale.


Quanti personaggi così si aggirano nei nostri giorni e nelle nostre menti? E probabilmente proprio i secondi sono i più spaventosi. Ma da opporre a questi pensieri abbiamo armature luminose come le parole di Rumi.



Domani parto per Stresa: Concorso corale con il coro di Torino. Speriamo bene...

mercoledì 8 ottobre 2008

Perle archivistiche

Oggi nel piccolo archivio parrocchiale che sto riordinando ho trovato un decreto vescovile datato 15/9/1893 in latino ma perfettamente conservato e leggibile. Cito il punto centrale della disposizione:


[...] Attentis precibus nobis porrectis, tibi praesalutato facultatem concedimus tres modernas nolas supra turrim istius paroecialis ecclesiae locandas benedicendi iuxta formam Pontificalis Romani. [...]


Semplicissimo da capire, no? Il vescovo concede al parroco la facoltà di benedire tre nuove campane che dovranno essere sistemate sul campanile della chiesa parrocchiale.


Bene, la volontaria che qualche anno fa ha riordinato l'archivio ha regestato questo documento così: Concessione di tre locande della chiesa (!!!).


Devo aver riso un quarto d'ora di fila...


Ma non è finita! In un altro decreto vescovile datato 19/3/1913 sempre in latino si può leggere:


[...] Visis precibus a te nobis porrectis, tibi praesalutato, Apostolica Auctoritate muniti, facultatem concedimus benedicendi iuxta formam Pontificalis Romani, non exclusis Sacrorum Oleorum unctionibus, novam nolam ad usum ecclesiae tuae parochialis atque facultatem concedimus aquam occurrentem benedicendi iuxta formam eiusdem Pontificalis Romani. [...]


Anche qui non ci sono problemi di interpretazione: il vescovo concede al parroco la facoltà di benedire una nuova campana ad uso della chiesa parrocchiale e la facoltà di benedire l'acqua necessaria per detta benedizione.


Bene, la nostra volenterosa volontaria per condensare in poche parole questa complicatissima disposizione non ha saputo trovare di meglio che: Concessione di acqua occorrente per la benedizione (quando si dice capacità di sintesi...).


Me lo vedo: il vescovo che, nella sua munificenza, manda al povero curato di campagna un secchiello di acqua benedetta utile, magari, per benedire le tre locande parrocchiali...


lunedì 22 settembre 2008

Spazi sacri

Ho ripensato, in questi ultimi giorni, a quanto scritto nel mio post del 15 scorso relativamente alle sensazioni provate nel fitto dei boschi in montagna.


Non sono forse le stesse sensazioni che gli uomini tentano di ricreare nei loro luoghi sacri? Il silenzio, la penombra (che spesso è semioscurità), la densità spaziale ricostruita con gli espedienti più diversi: foreste di colonne (penso a Luxor e a tante moschee del mondo musulmano), fumi e profumi di candele e incensi (che da sempre saturano gli spazi sacri delle religioni più disparate), liturgie. In Giappone certi luoghi naturali (perlopiù, guarda caso, foreste di conifere) sono considerati e venerati come veri e propri santuari. Gli esempi in questo senso si sprecano.


Dunque sembrerebbe che a qualsiasi latitudine culturale ci si trovi, gli spazi sacri siano tutti accomunati da questa stessa funzione (non dichiarata o inconsapevole): creare o trovare una sorta di luogo "sospeso" che permetta di percepire l'esistenza del Tempo e il suo scorrere vertiginoso.


Trovare lo Spazio per percepire il Tempo.


Infine un frammento di Tacito che continua a ronzarmi nella testa da quando ho focalizzato l'attenzione sugli spazi sacri (e quindi dev'essere importante): "Romanorum primus Cn. Pompeius Iudaeos domuit templumque iure victoriae ingressus est: inde vulgatum nulla intus deum effigie vacuam sedem et inania arcana" (Tacito, Historiae V, 9).


Inania arcana...