Talvolta il mio stato somiglia a un sogno, e a essi il mio sognare sembra miscredenza. I miei occhi dormono, ma il mio cuore è sveglio; il mio corpo, nella sua rigidezza, è impulso e forza [...] I vostri occhi sono svegli e il vostro cuore dorme della grossa; i miei occhi sono chiusi e il mio cuore è davanti alla porta spalancata. Il mio cuore ha cinque sensi; i sensi del mio cuore sperimentano entrambi i mondi. Una codardia come la vostra non mi trarrà in inganno; ciò che a voi sembra notte, è per me giorno chiaro; ciò che a voi pare un carcere, è per me un giardino; la fatica più grande è per me dolce tregua. I vostri piedi sono immersi nel fango, il fango si muta per me in rose; quello che al vostro orecchio è funebre lamento, è per me fanfara nuziale. Sembra che io stia in terra e che indugi nella casa con voi, e invece salgo, come Saturno, al settimo cielo. Non io mi accompagno a voi, ma solo la mia ombra. La mia elevazione supera i vostri pensieri, perché io stesso ho superato il pensiero. Sì, sono sfuggito alla sfera del pensiero. Io sono il signore del pensiero, non ne sono dominato, come il capomastro è signore dell'edificio. Tutte le creature sono assoggettate al pensiero; per questo sono tristi nel cuore, e piene di afflizioni. Come un messaggio spedisco me stesso al pensiero, per poi sottrarmi a esso secondo il mio capriccio. Sono come l'uccello del cielo, il pensiero è come la mosca ─ che aiuto potrebbe mai darmi la mosca?
Jalâl âlDîn Rûmî, MATHNAWÎ
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