sabato 27 febbraio 2010
sabato 20 febbraio 2010
Videocracy
"Io non ho fatto un film su Berlusconi. Di lui si parla già troppo. È un film sull'Italia di oggi nella sua versione più inquietante, così come l'ho percepita io. Su una parte di Italia che ha creato un sistema televisivo che ha avvolto e dominato l'altra metà. L'Italia dei trent'anni del berlusconismo. Dove la figura di Berlusconi è come un'entità onnipresente.
Chi si aspetta un'inchiesta su Berlusconi non la troverà. Perché in tutta questa ossessione mediatica sulle vicende giuridiche di Berlusconi, vicende per le quali dovrà un giorno rispondere nei tribunali, a me interessa parlare di un crimine molto più grosso. Un crimine per il quale Berlusconi non dovrà mai rispondere in un aula di tribunale. Perché non c'è niente di illegale nell'affondare culturalmente e moralmente un paese nella melma delle banalità, o come hanno scritto sul quotidiano Expressen in Svezia, nella scia del dibattito sorto intorno al film, parafrasando, Banalrepubliken. La repubblica del banale".
in VIDEOCRACY. COME TUTTO È COMINCIATO, a cura di Andrea Salerno,
Roma, Fandango Libri, 2009, pp. 81-82.
Link:
- "Videocracy - Basta apparire" su Wikipedia
- "Videocracy" o del fascismo estetico
- Articolo su Wu Ming Foundation (in inglese)
- Documentario - Il corpo delle donne
- Il monologo della candela (da "L'istruttoria", inizio anni '90)
- Acquista il cofanetto su IBS.it
mercoledì 20 gennaio 2010
Nebbia d'estate
mercoledì 16 dicembre 2009
Labirinti perfetti
La pura luce e la pura oscurità possono diventare labirinti perfetti, spazi metafisici dove ci si può perdere definitivamente, senza un'adeguata preparazione spirituale.
In questi non-luoghi moto e immobilità sono equivalenti: con un solo atto di pensiero, spogliandosi dell'io, i maestri riescono a comprendere, a far propria quest'insondabile infinità, mentre chi non pratica un severo temperamento delle passioni rischia di cadere vittima dello sconforto e della negazione. Su questo piano sovrarazionale si realizza quella che Cusano chiamò coincidentia oppositorum.
Gli unici mezzi in nostro possesso per affrontare questa prova sono il distacco e la contemplazione.