sabato 25 ottobre 2008

Il ministro della Paura

Un nuovo personaggio surreale, inquietante e geniale.


Quanti personaggi così si aggirano nei nostri giorni e nelle nostre menti? E probabilmente proprio i secondi sono i più spaventosi. Ma da opporre a questi pensieri abbiamo armature luminose come le parole di Rumi.



Domani parto per Stresa: Concorso corale con il coro di Torino. Speriamo bene...

mercoledì 8 ottobre 2008

Perle archivistiche

Oggi nel piccolo archivio parrocchiale che sto riordinando ho trovato un decreto vescovile datato 15/9/1893 in latino ma perfettamente conservato e leggibile. Cito il punto centrale della disposizione:


[...] Attentis precibus nobis porrectis, tibi praesalutato facultatem concedimus tres modernas nolas supra turrim istius paroecialis ecclesiae locandas benedicendi iuxta formam Pontificalis Romani. [...]


Semplicissimo da capire, no? Il vescovo concede al parroco la facoltà di benedire tre nuove campane che dovranno essere sistemate sul campanile della chiesa parrocchiale.


Bene, la volontaria che qualche anno fa ha riordinato l'archivio ha regestato questo documento così: Concessione di tre locande della chiesa (!!!).


Devo aver riso un quarto d'ora di fila...


Ma non è finita! In un altro decreto vescovile datato 19/3/1913 sempre in latino si può leggere:


[...] Visis precibus a te nobis porrectis, tibi praesalutato, Apostolica Auctoritate muniti, facultatem concedimus benedicendi iuxta formam Pontificalis Romani, non exclusis Sacrorum Oleorum unctionibus, novam nolam ad usum ecclesiae tuae parochialis atque facultatem concedimus aquam occurrentem benedicendi iuxta formam eiusdem Pontificalis Romani. [...]


Anche qui non ci sono problemi di interpretazione: il vescovo concede al parroco la facoltà di benedire una nuova campana ad uso della chiesa parrocchiale e la facoltà di benedire l'acqua necessaria per detta benedizione.


Bene, la nostra volenterosa volontaria per condensare in poche parole questa complicatissima disposizione non ha saputo trovare di meglio che: Concessione di acqua occorrente per la benedizione (quando si dice capacità di sintesi...).


Me lo vedo: il vescovo che, nella sua munificenza, manda al povero curato di campagna un secchiello di acqua benedetta utile, magari, per benedire le tre locande parrocchiali...


lunedì 22 settembre 2008

Spazi sacri

Ho ripensato, in questi ultimi giorni, a quanto scritto nel mio post del 15 scorso relativamente alle sensazioni provate nel fitto dei boschi in montagna.


Non sono forse le stesse sensazioni che gli uomini tentano di ricreare nei loro luoghi sacri? Il silenzio, la penombra (che spesso è semioscurità), la densità spaziale ricostruita con gli espedienti più diversi: foreste di colonne (penso a Luxor e a tante moschee del mondo musulmano), fumi e profumi di candele e incensi (che da sempre saturano gli spazi sacri delle religioni più disparate), liturgie. In Giappone certi luoghi naturali (perlopiù, guarda caso, foreste di conifere) sono considerati e venerati come veri e propri santuari. Gli esempi in questo senso si sprecano.


Dunque sembrerebbe che a qualsiasi latitudine culturale ci si trovi, gli spazi sacri siano tutti accomunati da questa stessa funzione (non dichiarata o inconsapevole): creare o trovare una sorta di luogo "sospeso" che permetta di percepire l'esistenza del Tempo e il suo scorrere vertiginoso.


Trovare lo Spazio per percepire il Tempo.


Infine un frammento di Tacito che continua a ronzarmi nella testa da quando ho focalizzato l'attenzione sugli spazi sacri (e quindi dev'essere importante): "Romanorum primus Cn. Pompeius Iudaeos domuit templumque iure victoriae ingressus est: inde vulgatum nulla intus deum effigie vacuam sedem et inania arcana" (Tacito, Historiae V, 9).


Inania arcana...

giovedì 18 settembre 2008

Un anno

Esattamente un anno fa nasceva questo blog.


Di solito in occasioni come queste si fanno bilanci e si delineano prospettive, ma per un blog (e in particolar modo per questo blog) un'operazione del genere non avrebbe molto senso.


Ho riletto il primo post e non posso che riconfermare qui i propositi di allora.


Voglio però, alla luce di quanto ho raccolto in questo primo anno, aggiungere alcune considerazioni:
1) questo blog non è un diario di fatti: gli avvenimenti che vengono raccontati sono parentetici oppure pretestuosi per parlare d'altro, per esprimere altro;
2) questo blog non ha la pretesa di dire la verità: se qualcuno ha avuto l'impressione di trovare qualche brandello di verità in questo blog è stato del tutto casuale (e il caso, si sa, non esiste);
3) questo blog non persegue ideali di obiettività o correttezza.


Qui non c'è altro che qualche traccia lasciata dall'imponderabile e affannoso battito d'ali di una coscienza.


Auguri.