domenica 21 novembre 2010

In memoria


Toni
(luglio 1992 - 21 novembre 2010)

Ciao piccina e grazie per i 18 anni vissuti insieme

martedì 9 novembre 2010

Vieni via con me

Questa notte ho possenti ali di fuoco per attraversare l'oscurità che mi circonda. Echi di parole che scavano e modellano il Senso come precisi colpi di uno scalpello d'acciaio. Forza e Bellezza, ancora.


E il nugolo di scintille che, vorticando nell'aria, incendia tutta la vecchia carta da zucchero un po' sbiadita che avviluppa, da svegli, il nostro tempo e i nostri sogni.


L'umidità delle lacrime trattenute a stento si è asciugata e lascia una strana sensazione di pesantezza sulle palpebre. Ma il cuore trema ancora.


Perché non può essere sempre così?


«Vieni via con me». Avrei dovuto dirtelo a suo tempo, ma non l'ho fatto. Così sono rimasto, accarezzato dal dolce tepore di questa malinconia, aspettando che imprevedibili correnti marine facciano riaffiorare sull'oceano della memoria il tuo volto d'inconsumabile luce. E quando questo avviene, l'incantesimo si ripete, sempre con immutata intensità.


Sì, rimango un altro po'.

martedì 2 novembre 2010

Iniziativa "100 libri per 100 euro"

Sono appena venuto a conoscenza di una interessante promozione della casa editrice DeriveApprodi: "100 libri per 100 euro".


Per evitare di mandare al macero decine di migliaia di libri fuori catalogo al fine di risparmiare sui costi di magazzino, la casa editrice offre a tutti gli interessati la possibilità di acquistare 100 libri per soli 100 euro (1 euro a libro: un libro al prezzo di un quotidiano!).


La pagina web con tutti i dettagli dell'iniziativa, da dove si può scaricare l'elenco dei libri fuori catalogo oggetto dell'offerta, è la seguente:



Spese di spedizione incluse! L'offerta scade improrogabilmente il 30 novembre.

lunedì 1 novembre 2010

Gita a Giacopiane

Un pomeriggio assolato d'autunno. La sua luce calda che esalta i colori dell'annuale tramonto della Natura. Il blu di un cielo senza nuvole che si specchia nelle acque placide del lago. Un fraterno silenzio che adorna il paesaggio di maggiore nobiltà e maestosità. L'aria frizzante, una medicina perfetta.



Sembra tutto così semplice! La Natura è davvero una superba attrice. Recita da milioni di anni sullo stesso canovaccio eppure ogni replica non è mai uguale alla precedente. Mi domando, però, con una certa inquietudine, per quanto ancora il genere umano avrà voglia di assistere al suo spettacolo. Bisognerebbe riuscire a mantenere un cuore di bambino. E comunque, a pensarci bene, è la consapevolezza di ciò che siamo che ci rende "pubblico", altrimenti non saremmo altro che semplici comparse che, in questo spettacolo grandioso, sanno a malapena le proprie quattro brevi battute.



lunedì 25 ottobre 2010

Dialogo

Rovine romane.
Un personaggio, interamente coperto di pampini rossi, suona un flauto, seduto su di un capitello. Un altro personaggio, ricoperto di sonagli dorati, danza al centro della scena.


PERSONAGGIO CON I SONAGLI - Se io mi trasformassi in nuvola?


PERSONAGGIO CON I PAMPINI - Io mi trasformerei in occhio.


PERSONAGGIO CON I SONAGLI - Se io mi trasformassi in cacca?


PERSONAGGIO CON I PAMPINI - Io mi trasformerei in mosca.


PERSONAGGIO CON I SONAGLI - Se io mi trasformassi in mela?


PERSONAGGIO CON I PAMPINI - Io mi trasformerei in baco.


PERSONAGGIO CON I SONAGLI - Se io mi trasformassi in petto?


PERSONAGGIO CON I PAMPINI - Io mi trasformerei in bianco lenzuolo.


VOCE (sarcastica) - Evviva!


PERSONAGGIO CON I SONAGLI - E se io mi trasformassi in pesce luna?


PERSONAGGIO CON I PAMPINI - Io mi trasformerei in coltello.


PERSONAGGIO CON I SONAGLI (smettendo di danzare) - Ma perché, dunque? Perché mi tormenti? Come sarebbe a dire che non vieni con me, se mi ami, dove io voglio portarti? Se io mi trasformassi in pesce luna, tu ti trasformeresti in onda di mare, o in alga; e, se vuoi qualcosa di più lontano perché non desideri baciarmi, ti trasformeresti in luna piena, ma in coltello! Tu ci godi a interrompere la mia danza e danzare è l'unica maniera che ho di amarti.


PERSONAGGIO CON I PAMPINI - Quando giri intorno al letto e agli oggetti della casa io ti seguo, ma non ti seguo nei luoghi dove tu, furbescamente, pretendi di condurmi. Se tu ti trasformassi in pesce luna io ti spaccherei con un coltello, perché sono un uomo, perché non sono altro che questo, un uomo, più uomo di Adamo, e voglio che tu sia ancora più uomo di me. Talmente uomo da far tacere ogni rumore fra i rami al tuo passare. Ma tu non sei un uomo. Se io non avessi questo flauto, tu te ne fuggiresti verso la luna, la luna ricoperta di fazzolettini di pizzo e gocce di sangue di donna.


PERSONAGGIO CON I SONAGLI (timidamente) - E se io mi trasformassi in formica?


PERSONAGGIO CON I PAMPINI (energico) - Io mi trasformerei in terra.


PERSONAGGIO CON I SONAGLI (più forte) - E se io mi trasformassi in terra?


PERSONAGGIO CON I PAMPINI (più debole) - Io mi trasformerei in acqua.


PERSONAGGIO CON I SONAGLI (vibrante) - E se io mi trasformassi in acqua?


PERSONAGGIO CON I PAMPINI (in deliquio) - Io mi trasformerei in pesce luna.


PERSONAGGIO CON I SONAGLI (tremebondo) - E se io mi trasformassi in pesce luna?


PERSONAGGIO CON I PAMPINI (alzandosi) - Io mi trasformerei in coltello. In un coltello affilato per quattro lunghe primavere.


PERSONAGGIO CON I SONAGLI - Portami in bagno e affogami. Sarà l'unica maniera in cui potrai vedermi nudo. Pensi che io abbia paura del sangue? So come dominarti. Credi che non ti conosca? Dominarti al punto che se io dicessi «Se io mi trasformassi in pesce luna?», tu mi risponderesti «Io mi trasformerei in una sacca di piccole uova di pesce».


PERSONAGGIO CON I PAMPINI - Prendi una scure e tagliami le gambe. Lascia venire gli insetti delle rovine e vattene perché ti disprezzo. Vorrei che tu precipitassi fino in fondo. Mi fai schifo.


PERSONAGGIO CON I SONAGLI - È quello che vuoi? Addio. Sono tranquillo. Se scendo giù per le rovine, so che troverò amore e sempre più amore.


PERSONAGGIO CON I PAMPINI (angosciato) - Dove vai? Ma dove vai?


PERSONAGGIO CON I SONAGLI - Non vuoi che me ne vada?


PERSONAGGIO CON I PAMPINI (con voce flebile) - No, non te ne andare. E se io mi trasformassi in granello di sabbia?


PERSONAGGIO CON I SONAGLI - Io mi trasformerei in frusta.


PERSONAGGIO CON I PAMPINI - E se io mi trasformassi in una sacca dì piccole uova di pesce?


PERSONAGGIO CON I SONAGLI - Io mi trasformerei in un'altra frusta. Una frusta fatta di corde di chitarra.


PERSONAGGIO CON I PAMPINI - Non mi frustare!


PERSONAGGIO CON I SONAGLI - Una frusta fatta di canapi di nave.


PERSONAGGIO CON I PAMPINI - Non colpirmi sul ventre!


PERSONAGGIO CON I SONAGLI - Una frusta fatta di stami d'orchidea.


PERSONAGGIO CON I PAMPINI - Finirai col rendermi cieco!


PERSONAGGIO CON i SONAGLI - Cieco perché non sei uomo. Io sì che sono un Uomo. Un uomo così uomo che svengo quando si destano i cacciatori. Un uomo così uomo che sento un dolore acuto ai denti quando qualcuno spezza il gambo d'un fiore per piccolino che sia. Un gigante. Un gigante così gigante che posso ricamare una rosa sull'unghia di un bimbo appena nato.


PERSONAGGIO CON I PAMPINI - Sto aspettando la notte, angosciato dal biancore delle rovine, per potermi trascinare ai tuoi piedi.


PERSONAGGIO CON I SONAGLI - No, no. Perché mi dici questo? Sei tu che devi costringere me a farlo. Non sei tu forse un uomo? Un uomo più uomo di Adamo?


PERSONAGGIO CON I PAMPINI (cadendo a terra) - Ahimè! Ahimè!


PERSONAGGIO CON I SONAGLI (avvicinandosi, sottovoce) - E se io mi trasformassi in capitello?


PERSONAGGIO CON I PAMPINI - Povero me!


PERSONAGGIO CON I SONAGLI - Tu ti trasformeresti in ombra di capitello e nient'altro. E dopo Elena verrebbe nel mio letto. Elena, cuore mio! Mentre tu, sotto i cuscini, te ne staresti sdraiato, madido di sudore, un sudore che non sarebbe tuo, che sarebbe dei cocchieri, dei fochisti e dei medici che operano di cancro. E allora io mi trasformerei in pesce luna e tu ormai non saresti che un piccolo portacipria che passa di mano in mano.


[...]


Federico García Lorca, IL PUBBLICO, Quadro secondo
Roma, Newton Compton editori, 1993, pp. 305-307.

lunedì 6 settembre 2010

Chorus Mysticus

Gustav Mahler, Sinfonia n. 8 in Mi bemolle maggiore, terza e quarta battuta del Finale (Chorus Mysticus). Il passaggio da un accordo di settima di Do maggiore a un Fa bemolle maggiore in secondo rivolto con un ritardo non preparato di 4ª-3ª sulla parola "Gleichnis", oltre a rappresentare efficacemente il senso del testo, segna anche la fine di un'epoca, di un crepuscolo.


Quanto scritto in seguito sarebbe stato il riverbero o il ricordo di quel grandioso crepuscolo, oppure l'esplorazione e la rappresentazione di tutte le pieghe e le sfumature della lunga notte in cui si era entrati.




E oggi? Oggi, a che punto è questa notte?




Al termine della prima esecuzione di questa Sinfonia (il 12 settembre 1910, giusto un secolo fa) seguirono venti minuti di applausi.


Ebbrezza, ieri come oggi come sempre.



Alles Vergängliche
Ist nur ein Gleichnis;
Das Unzulängliche,
Hier wird's Ereignis;
Das Unbeschreibliche,
Hier ist's getan;
Das Ewig-Weibliche
Zieht uns hinan.

(J. W. von Goethe, Faust. Seconda parte)


giovedì 3 giugno 2010

Tramonto

Quello di stasera è stato un tramonto grandioso: era da tanto che non se ne vedeva uno così. L'orizzonte era in fiamme da un estremo all'altro.


sabato 22 maggio 2010

Ricorsi

OCEANICA

Leggesi nel Globe inglese:


«Persone venute dall'Australia ci anunziano che quella colonia è caduta come per effetto magico dalla cima della prosperità nella più grande sventura. Le speculazioni stravaganti sui terreni, il prezzo irragionevole degli armenti, e soprattutto la mania di voler fare prestamente fortuna, tali sono le cause di questo cambiamento. Tuttavia gli elementi di prosperità e di ricchezza esistono come per lo innanzi, e le persone che avessero capitali da collocare ne trarrebbero colà benefizii certi».


Gazzetta Piemontese, n. 165, mercoledì 24 luglio 1844, p. 1.


sabato 8 maggio 2010

Il cammino

Ovunque si cammini, il cammino sancisce la nostra appartenenza, pur breve, a un mondo che attende le nostre meditazioni e i nostri pochi versi. Per onorarlo nella sua apparente insipienza, persino nella bruttezza o nel suo estasiante splendore.


sabato 24 aprile 2010

Evanescenza

O virtuosi, il corpo umano è impermanente, non è forte né durevole; deperirà ed è quindi instabile. Provoca inquietudine e sofferenze essendo soggetto a ogni tipo di malattia. Virtuosi, tutti gli uomini saggi non fanno assegnamento su questo corpo che è simile ad una massa di schiuma, inafferrabile. È come una bolla e non dura a lungo. [...] È simile a un'illusione essendo il prodotto di pensieri distorti. E simile a un sogno essendo modellato dalle opinioni false. È come un'ombra ed è provocato dal karma. [...] È simile a una nube fluttuante che si può disperdere in qualsiasi momento. È simile a un lampo perché non si trattiene il tempo di un pensiero. [...] È privo di un io perché è simile al fuoco (che uccide se stesso). È transitorio come il vento. [...] È irreale perché la sua esistenza dipende dai quattro elementi. È vuoto, non essendovi né l'io né il suo oggetto. [...] È impuro e pieno di sudiciume. È infedele e sebbene sia stato lavato, bagnato, vestito, e nutrito, infine deperirà e morirà. È una calamità, essendo soggetto ad ogni specie di malattia e sofferenza. È simile a un pozzo asciutto, poiché è inseguito dalla morte. È instabile e morirà.


Charles Luk (a cura di), VIMALAKĪRTI NIRDEŚA SŪTRA,
Roma, Ubaldini, 1982, p. 28.

lunedì 5 aprile 2010

The Berlusconi Show



Un documentario di Mark Franchetti
Realizzato per BBC Two,
secondo canale televisivo del servizio pubblico britannico

GUARDA TUTTO

oppure

Parte 1 - Parte 2 - Parte 3 - Parte 4 - Parte 5 - Parte 6 - Parte 7



Traduzione della pagina ufficiale del documentario:

Tra scandali sessuali, divorzio e una brutale aggressione, il 2009 è stato un anno difficile per Silvio Berlusconi. Il reporter Mark Franchetti è tornato nel suo paese di nascita per valutare uno dei più controversi e teatrali leader del mondo. Franchetti ha trovato un'Italia divisa tra quelli che amano Silvio e quelli che lo odiano.

La sua storia suona come una soap-opera ma, malgrado le gaffes pubbliche e gli scandali, malgrado le accuse di collusione con la Mafia e di corruzione finanziaria, Berlusconi sembra prosperare davanti alle avversità. Pochi altri leader potrebbero sopravvivere - Berlusconi può continuare a sfidare i suoi critici?

domenica 28 febbraio 2010

Yeder ruft mikh Ziamele

Il brano che presento qui, Yeder ruft mikh Ziamele ("Tutti mi chiamano Ziamele"), è la mia elaborazione, per coro in diverse formazioni e violino ad libitum, dell'omonima melodia yiddish pubblicata nel libro di Claudio Canal "Tutti mi chiamano Ziamele: musiche yiddish".


La composizione, scritta in occasione della Giornata della Memoria 2010, è stata eseguita dal Coro "Laeti Cantores" di Canelli diretto dal M° Orietta Lanero.


La versione che ascolterete è per coro a cappella. La qualità audio purtroppo non è eccelsa perché si tratta del montaggio di varie registrazioni effettuate durante le prove del coro.



Traduzione:


Tutti mi chiamano Ziamele
Ay, come è difficile.
Avevo una mammina,
Adesso non c’è più.
Avevo un paparino,
Era pieno di cure per me.
Ora sono uno straccetto,
Perché sono ebreo.

sabato 20 febbraio 2010

Videocracy

"Io non ho fatto un film su Berlusconi. Di lui si parla già troppo. È un film sull'Italia di oggi nella sua versione più inquietante, così come l'ho percepita io. Su una parte di Italia che ha creato un sistema televisivo che ha avvolto e dominato l'altra metà. L'Italia dei trent'anni del berlusconismo. Dove la figura di Berlusconi è come un'entità onnipresente.
Chi si aspetta un'inchiesta su Berlusconi non la troverà. Perché in tutta questa ossessione mediatica sulle vicende giuridiche di Berlusconi, vicende per le quali dovrà un giorno rispondere nei tribunali, a me interessa parlare di un crimine molto più grosso. Un crimine per il quale Berlusconi non dovrà mai rispondere in un aula di tribunale. Perché non c'è niente di illegale nell'affondare culturalmente e moralmente un paese nella melma delle banalità, o come hanno scritto sul quotidiano Expressen in Svezia, nella scia del dibattito sorto intorno al film, parafrasando, Banalrepubliken. La repubblica del banale".


Erik Gandini, "Videocracy libro",
in VIDEOCRACY. COME TUTTO È COMINCIATO, a cura di Andrea Salerno,
Roma, Fandango Libri, 2009, pp. 81-82.


Scheda del libro su anobii.com

Link: