domenica 25 maggio 2008

Minutissimo officio apocrifo

Terrazza al sole.
Un falco alto in volo
che nulla sa.

* * *

Sul colle un nobile
pioppo. Preghiera al cielo
crepuscolare.

* * *

Nelle campagne
cattedrali notturne
per gli usignoli.

sabato 26 aprile 2008

La prima lettera

Un maestro Sufi prese a rievocare la sua infanzia.


E si ricordò di quando, a scuola, imparò la prima lettera dell'alfabeto.


Quella volta tornò a casa felice, come se gli si fosse dischiuso un nuovo mondo.


Per tutto il tempo non fece che pensare all'àlif, inquadrandolo con l'occhio della mente.


Dopo qualche mese, quando i suoi compagni avevano già imparato le altre, lui era ancora alla prima lettera.


L'insegnante lo giudicò severamente e consigliò ai genitori di ritirarlo dalla scuola.


I suoi studi terminarono così.


Per parecchi anni il Sufi rimase concentrato sull'àlif. Dopotutto, ai suoi occhi quella lettera offriva l'universo intero.


E gli pareva di ritrovarla in ogni cosa, in un gioco di mosaici gioiosi che gli svelavano il segreto della vita.


Essa animava la danza delle creature, permettendo ai silenzi più profondi di riecheggiare nella notte.


Persino le stelle del cielo sembravano impregnate della sua energia.


Il Sufi decise di comunicare la scoperta ai suoi simili.


E andò a far visita al maestro d'infanzia, ormai anziano.


Sulle prime costui stentò a riconoscerlo: «Con un certo sforzo, alla fine, capisco chi sei. Non posso certo annoverarti tra i miei alunni migliori: ho dovuto cacciarti dalla scuola! Ricordo la tua difficoltà: imparasti solo una lettera!»


Il Sufi tentò di replicare: «Ma nell’àlif c'è tutto il mondo! Lo capii sin da bambino!»


Con aria di scherno il vecchio gli porse un foglio di carta, invitandolo a scrivere la lettera prediletta.


Il Sufi non se lo fece ripetere, e tracciò un enorme àlif al centro del foglio.


All'improvviso, dalla carta uscirono ad ali spiegate due bianche colombe.


E nello stesso istante il soffitto si aprì, mentre una luce intensa inondava la stanza.


La scena era del tutto mutata, e i contorni di un angelo sembravano delinearsi nel bagliore!


Solo allora il vecchio si rese conto dell'enorme conoscenza acquisita dal Sufi, in virtù di quella prima lettera.


E a quel punto lo amò teneramente, ammettendo i propri errori e la propria ottusità.


Leonardo Vittorio Arena, IL BIMBO E LO SCORPIONE – 101 storie Sufi,
"Piccola Biblioteca Oscar", Milano, Mondadori, 1996













La lettera àlifL. Fontana, Concetto spaziale: Attesa

mercoledì 23 aprile 2008

Documenti antichi su scribd.com

Ho provato il servizio di condivisione di documenti offerto da scribd.com... È semplicemente fantastico!!! Ho aperto un account dove pubblicherò tutte le edizioni digitali di documenti antichi interessanti che troverò negli archivi. Ieri notte ho caricato il secondo, ma ne sto preparando altri...


Si possono anche inserire i documenti nelle pagine del proprio sito! (Cliccando sull'iconcina in alto a destra della finestra sottostante si può visualizzare il documento a schermo intero).



sabato 19 aprile 2008

190307

La farfalla vibrò il colpo al cuore del Sistema Solare. Che cos'è questo sentimento d'attesa cosmico nel silenzio dei millenni? Ho visto il gigante di pietra muoversi verso lo spettro della muraglia dipinta e schiantarvisi come il presagio della rovina.


C'è stato un tempo in cui le rose fiorivano con un sussulto divino, ora cercano disperatamente il vuoto. Al sentimento del fuoco inestinguibile aggiungo la pena per le lucciole della sera.


Mi parlate di città lontane e vuote che non offrono che disperazione. Cosa aspettate a mostrarmi le radiografie perverse della vostra civiltà? Non sono forse io il verme putrido della terra?


Resto in attesa.